Breakfast

Tulsa, Oklahoma, 2022
Austin si sveglia con in corpo l'eccitazione priva di ombre che può appartenere solo ad un adolescente nel giorno del suo compleanno. Getta di lato le lenzuola, correndo mezzo nudo attraverso il corridoio che lo separa dal bagno.

"Maaa vado io per primo"

Probabilmente Frances si è alzata mezz'ora prima per essere in tempo al lavoro al Dilly Diner. L'acqua calda della doccia gli leva di dosso il freddo della notte, almeno per i pochi minuti che si concede aspettando che la madre lo ammonisca ricordandogli l'incombere delle bollette. Quando gli sembra di dover aspettare troppo per una reazione chiude le tubature, esce dal bagno con i capelli asciutti per metà. Si dirige verso la cucina, dove immagina di trovare la donna intenta a spremere nella padella il preparato per i pancake, ma anche quell'angolo di stanza risulta vuoto. Con la rassegnazione nel cuore si trascina verso la camera da letto di Frances. La porta scricchiola dando l'impressione che il ragazzo stia violando un luogo incrostato nel tempo. Le finestre sono serrate, in un angolo giace il cadavere di una lampada. Austin si siede su un lato del letto, di fianco al bozzolo di lenzuola che contiene sua madre. Appoggia una mano dove immagina si trovi il suo braccio.

"Ti faccio i pancakes Mommy, vuoi?"

Nessuna risposta. In quei casi, quando i suoi demoni hanno la meglio su di lei, non arriva mai una risposta. Austin si alza, svuota lo zaino della scuola ed il sacchetto in cui aveva preparato la merenda il giorno prima, getta l'olio nella padella e lascia che lo sfrigolio della miscela di uova, farina e zucchero lo culli un po'.


Philadelphia, Pennsylvania, 2024
Non si ricorderà di te. Ci hai parlato per appena un'ora due mesi fa. Austin si sveglia in un appartamento che non riconosce, ci mette alcuni secondi a fare mente locale. Sei solo una seccatura. Gli tornano subito alla memoria la partenza improvvisa, lo sfiancante viaggio, quattro giorni passati tra autobus ed autostop, la tempesta che lo ha accolto a Philly, la vaga speranza che non lo avesse fatto invano e la voce, quella voce, che continua a battergli contro il cranio e ricordargli che, ancora una volta, ha usato tutte le sue energie per inseguire un'illusione. Non ti resterà che tornare indietro. Dopotutto è lì che appartieni. Si alza dal letto stropicciandosi gli occhi, i capelli biondi che puntano in ogni direzione, si trascina dietro un lembo di lenzuolo impigliato nelle mutande per un paio di metri prima di accorgersene e liberarsi. Che cos'hai da spartire con lui? È un medico e tu... sei tu. Vaga mezzo nudo per l'appartamento per un paio di minuti prima di ricordarsi dove si trovi il bagno. Lo specchio non gli restituisce un'immagine misericordiosa, seppure sia, finalmente, pulito e riposato. Non ascolti neanche la voce della ragione. Tu- 

"Ugh" Lo sai che ho rag- "Oh shut up already"

Silenzio finalmente. Si dirige verso la cucina ancora vagamente confuso. Sul tavolo è pronta un'abbondante colazione. Caffè, cereali, marmellata, burro d'arachidi, una macedonia. Due croissant ancora caldi. Deve averli presi Ross la mattina stessa dalla panetteria vicino casa. Una serie di emozioni violentano il cuore di Austin abbastanza da lasciarlo indeciso su quale stia prevalendo. Paura, gioia, disagio, sollievo. Al primo morso la pasta sfoglia si sfalda e sfilaccia ancora calda. L'indecisione passa.

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