We will be heroes

Philadelphia, Mar. 2025
L'Hive è un mondo nuovo, che Austin assorbe con lo sguardo curioso ed ingordo di chi è convinto di aver superato la copertina patinata dei fumetti e di essere uno di quegli eroi che adorava, che adora tutt'ora con fedeltà votiva. In un mondo osservato attraverso un filtro in bianco e nero non c'è dubbio che quelli che combattono i criminali siano i buoni e per diverso tempo Austin si aggrappa a questa incrollabile convinzione senza lasciare spazi per dubbi. 

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"Regola numero uno: se esiti sei morto"
"Credevo fosse, non parlare a nessuno del Fight Club"
"Non prendermi per il culo Calcifer. Fammi vedere che sai fare"

Clint è un ragazzo di appena una manciata d'anni più grande di Austin, ma milita nei Night soldiers da quando ne ha sedici. Ha un fisico allenato, una sicurezza esuberante e si dice che con una pistola in mano sia secondo solo a Longshot. Ha preso a carico l'addestramento delle reclute con un fastidio che non si preoccupa di nascondere e che sembra riversare su Austin in particolare. Quantomeno lui ne è convinto. Tiene in mano una pistola ad acqua di plastica verde, le gambe divaricate nel mezzo della sala di addestramento. Quando Austin si scaglia incautamente contro di lui, forte solo delle risse che ha affrontato per strada, che gli hanno guadagnato appena qualche livido in passato, Clint lo evita con una facilità umiliante. Con un movimento rapido della gamba fa perdere l'equilibrio ad Austin, che cade al suolo con i palmi schiacciati a terra. Clint punta la pistola verso di lui, preme il grilletto, gli bagna il viso.

"Sei morto. Rialzati"

Austin scatta con più veemenza e meno accortezza di prima e la scena si ripete nello stesso modo per una, due, tre, quattro volte.

"Sei morto. Morto. Killed ya. Dead"

All'ennesima umiliazione, col fiatone nel petto e la frustrazione nello sguardo, ancora in ginocchio, Austin gli sbotta contro.

"Smettila con questa cazzo di pistola ad acqua!"
"Sei tu che non stai prendendo la cosa seriamente Cal. I'm just playing along."

Stringe i denti, scattando verso di lui con un pugno di fuoco che fende l'aria scaldando il volto di Clint nel momento in cui il ragazzo scivola di lato per evitare il fendente, per rispondergli con un colpo ben assestato e più preciso alla bocca dello stomaco. Austin si piega di nuovo sulle ginocchia, strabuzza gli occhi, poggia le mani a terra ma questa volta non si alza. 

"That's more like it."

Clint punta di nuovo la pistola verso la sua nuca, ma non preme il grilletto questa volta. Nasconde al pirocineta uno sguardo più sofferente e preoccupato di prima quando gli ripete quelle parole un'ultima volta.

"Sei morto."


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I due ragazzi sono seduti sul bordo di cemento di uno dei tetti del South, i piedi a penzoloni nel vuoto, lo sguardo puntato verso il sole che, dopo una notte di ronde, sorge al di là del Delaware. Le loro vite al di fuori dell'Hive non si intrecciano mai e quei momenti in cui poggiano le maschere e riprendono respiro sono gli unici in cui possono fingere di avere un rapporto normale. Austin parla con la sua solita mancanza di cautela, a dispetto e forse proprio a causa delle resistenze del compagno d'armi.

"Ti senti meglio?"

"Perchè dovrei?"
"M'han detto che quella cellula della Fenice che abbiamo beccato settimana scorsa era la stessa che ha ammazzato tua sorella"
"Cristo Cal, chi cazzo te l'ha detto?"
"Moonlight"
"Nessuno le ha ancora insegnato a tenere la bocca tappata"

Clint si incupisce, corruga la fronte reticente, guarda altrove, verso i primi raggi di sole che scaldano la città, ma lo sguardo insistente di Austin non sembra in alcun modo volergli dare pace.

"È per lei che hai cominciato?"
"Sì"
"Quindi che farai ora?"
"In che senso?"
"Ora che l'hai vendicata"

Clint incassa il capo all'indietro, corruga la fronte come se realizzasse qualcosa di terribile, mentre fa scivolare addosso ad Austin un'incomprensione che non permette alcuna mediazione.

"I'm going on."
"Pensavo..."
"Pensavi male. This is not something you quit. There's no going back"

Austin lo osserva con uno sguardo colpevole e sperduto, per poi scuotere la testa, gettando gli occhi oltre le propria ginocchia, nel baratro sotto di loro.

"Sure."
"Tu perchè hai cominciato?"
"...pensavo fosse il mio dovere. Trovare un modo per dare un senso a questo potere."
"Ed ora?"
"I'm trying to do my best"
"Cristo Cal"
"Che c'è?"
"Ti farai ammazzare e non sai neanche perché. Prima la smetti di dirti queste stronzate e meglio è per tutti. Soprattutto per te."

La rabbia che inizialmente gli brucia tra le tempie fa subito spazio ad una confusione che gli stringe brutalmente la gola. 

"Mica sono così stronzo da farmi ammazzare"
"Allora allenati di più invece di passare le serate in quel cazzo di locale. Prendi esempio da Hecate."

Il pugno che Austin indirizza verso il suo volto è abbastanza improvviso da prendere l'altro di sorpresa, ma non abbastanza veloce da impedirgli di evitarlo con uno scatto del busto che porta le nocche di Austin a sfiorargli il naso. Gli bastano pochi movimenti per usare lo slancio del pirocineta per farlo cadere nel baratro sotto di loro, contando i secondi che gli servono perché si circondi di fiamme, sottraendosi in volo all'impatto con l'asfalto.


Philadelphia, Mag. 2025
Austin apre gli occhi a fatica, stordito dall'impatto con una lamiera che lo ha schiacciato a terra. Le esplosioni proseguono intorno a lui, bruciando quell'angolo di porto in cui pensavano di tendere un agguato al cartello di Cortez. Invece le fiamme consumano il metallo e riempiono l'aria di fumo nero a riprova del fatto che, questa volta, sono rimasti un passo indietro. Austin si guarda intorno con il terrore nel petto e la consapevolezza che le fiamme che gli danzano sulla pelle sono l'unico motivo per cui è ancora in vita. Gli echeggia in testa la propria voce, il suo tentativo di avvisare i compagni dell'imminente esplosione, inutile come la fuga verso il cielo che ha tentato prima di essere trascinato al suolo dall'onda d'urto. Intorno a sé vede altri compagni feriti che cercano di correre verso il blindato, altri immobili, alcuni completamente anneriti dal fuoco. Quando Hecate e Rover lo ritrovano appena un minuto dopo, lui è ancora abbracciato al corpo carbonizzato di Clint, che continua a bruciare insieme a lui, nella convinzione poco lucida che le proprie fiamme possano proteggerlo da quelle che hanno scavato nella sua carne.  Un colpo alla nuca spegne ogni luce, spegne le sue fiamme, gli fa finalmente lasciare la presa e permette ai suoi compagni di trascinarlo lontano da quell'inferno. 


Jorah Michaels, a.k.a. "Clint", 16.01.2001-08.05.2025

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